Giorgio Finello Natta

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Lunedì 18 Novembre 2024 12:50
Niente da fare, la situazione può solo peggiorare. Oltre a non aver recuperato un po’ del suo decoro dopo essere stato imbrattato durante i lavori stradali in zona, adesso il mio amico Quindes funziona anche come magazzino per la segnaletica di cantiere. Non c’è più il cantiere, non c’è alcuna strettoia da segnalare, di sicuro il cartello è stato dimenticato nei paraggi e qualcuno ha pensato fosse spiritoso appoggiarlo al toret. Mi è venuta voglia di aprire il cofano, caricarlo e portarmelo via, con il rischio di essere denunciato per appropriazione indebita. Però, se la prossima volta che passo è ancora lì, mi fermo e lo porto a casa. Lui non sembra poi troppo abbattuto, sembra volermi suggerire che così va il mondo.
Lunedì 18 Novembre 2024 12:27
ho provato a cercarlo e non l’ho trovato, esiste ancora? e la foto ufficiale a quale toret corrisponde?
Mercoledì 31 Luglio 2024 12:05
Mercoledì sera nella trattoria lì vicino racconto del mio amico Quindes e mi rendo conto che sono molti mesi che non passo a vedere come va. Ci vado e mi dico che avevo ragione ad essere preoccupato quando, tempo fa, l’avevo lasciato in mezzo ai lavori in corso. Il cantiere non c’è più e i risultati si vedono, in tutti i sensi. Il nuovo capolinea del Quindici è una meraviglia, sembra quasi la stazione di una linea ferroviaria. Però, come sempre, l’avanzare del progresso lascia qualche vittima sul suo cammino. Pazienza la nuova firma tra i cornetti, anche quello può essere un segno di affetto. Però lui è veramente inguardabile, non so cosa possano avergli fatto. Avranno risciacquato i secchi della calcina, gli avranno sbattuto gli attrezzi addosso. Il risultato è che adesso il mio amico toret è tutto schizzato, persino sul naso, ammaccato, con la vernice scrostata in vari punti. Non so cosa dirgli, gli prometto di segnalare la situazione e me ne vado a testa bassa.
Domenica 28 Luglio 2024 09:30
Eravamo a metà novembre, passai a trovarlo un pomeriggio e scoprii che tutta la zona era in subbuglio. Alle sue spalle era nato un cantiere, non sapevo di preciso per fare cosa, però tutto l’incrocio di Sassi era in fermento. Con la recinzione gli erano arrivati molto vicini, non l’avevano inglobato nell’area cantiere ma ci era mancato poco. Pensavo di trovarlo allarmato, che tutto quel movimento potesse turbare la sua quiete e invece mi era sembrato raggiante per la novità. Finalmente un po’ di via vai, qualcuno che gli teneva compagnia, che poteva approfittare del prezioso servizio che, nel suo piccolo, metteva a disposizione ventiquattrore al giorno. Contento te, mi dissi, gli augurai buon lavoro e me ne andai moderatamente preoccupato.